Citazioni Gtresessanta

Finanziamento o Autofinanziamento?

In questo articolo approfondiamo un tema molto delicato che emerge dalle interviste di Gtresessanta: le risorse economiche per avviare e portare avanti progetti e attività innovative. Se da una parte l’aspetto economico e finanziario è un freno perché i soldi da investire sono sempre pochi, anche a causa della crisi, d’altra parte esistono strumenti finanziari a disposizione delle imprese che possono essere sfruttati proprio per far fronte a queste esigenze.

Percezione degli strumenti finanziari

La percezione delle imprese rispetto ai finanziamenti statali, europei e bancari è ambivalente. C’è un grande interesse per le opportunità che si aprono con le misure Industria 4.0, Horizon 2020, il Credito d’Imposta. Ma c’è anche una diffidenza verso queste possibilità che risultano difficili da ottenere nella pratica. Usufruire di misure quali il Credito d’Imposta è considerato molto complesso a livello burocratico. In questo caso la barriera è anche che le imprese non riescono a dedicare personale al tracciamento delle attività di ricerca e sviluppo per cui richiedere il Credito d’Imposta e alla gestione della documentazione necessaria per farlo.

Inoltre molte imprese non conoscono del tutto o non conoscono in modo approfondito queste misure e le potenzialità che portano con sé. La scarsa conoscenza di questi strumenti a sostegno dell’innovazione è legata anche al fatto che i commercialisti, considerati i principali consulenti finanziari delle imprese, sono poco preparati e ferrati sul tema.

La voce degli intervistati

Lo Stato italiano vuole premiare, incentivare una continua ricerca in queste imprese e ha deciso di utilizzare uno strumento che è una compensazione diretta su quello che sono le tasse, perciò invece di dare dei soldi a fondo perso, in questo caso dice: prima dimostrami che sei una azienda virtuosa, fammi vedere che posso contare su di te per il sistema italia e dopo ti dò un premio.

Massimiliano Verdicchio

Responsabile tecnico e direttore operativo, INPRES

Dal punto di vista finanziario c’è sempre bisogno di soldi per iniziare, costituire e poi avviare la start up. Quindi hai bisogno di finanziamenti, devi chiedere alle banche, partecipare a diversi bandi, noi abbiamo partecipato a un percorso di incubazione di Emil banca l’anno scorso per sei mesi e loro alla fine ci hanno finanziato.

Federico Balboni

Marketing Dept, Tryeco2.0 srl

Le imprese italiane sono quelle che in questo momento meno attingono ai fondi europei, ma potrebbero avere moltissimo. Con il nuovo sistema che sta nascendo in Europa, la commissione europea sta lanciando i progetti per l’innovazione tecnologica, dal 2021 al 2027 e ha portato lo stanziamento a 100 miliardi di euro a livello europeo. Quindi c’è la possibilità per le aziende italiane, come fanno le altre di partecipare a queste call, basta soltanto stare un po’ dietro alla commissione oppure rivolgersi a organizzazione che diano loro informazioni.

Paolo Saba

Presidente, Union of European Expert Chambers

La conoscenza non è molto radicata nelle imprese italiane. La formazione specifica nel settore finanziario o nella ricerca e nello sviluppo è molto carente, forse anche determinata dal fatto che la maggior parte del tessuto economico italiano è fatto di piccole imprese,  microimprese, che si specializzano su una altrettanto piccola nicchia, non guardando al futuro della propria impresa se non nei piccoli confini regionali o addirittura di estrema località.

Giuliano Casale

Private banker, Fideuram-Intesa Sanpaolo

Sicuramente i mezzi di cofinanziamento sono assolutamente un incentivo molto forte, sicuramente una burocratizzazione inferiore di questo accesso ai cofinanziamenti aiuterebbe perché molte aziende ovviamente hanno bisogno di un contributo nel rischio. P per loro però stare dietro a troppa burocrazia vuol dire investire tanto tempo e per loro tempo è denaro quindi questa a volte li scoraggia anche semplicemente da provare ad accedere ai bandi di cofinanziamento.

Pietro De Nicola

R&D, Mister E-R

Questo vuol dire creare liquidità immediata senza click day, senza bandi regionali, senza entrare nelle varie situazioni di classifica: non è così per quanto riguarda le misure di Industria 4.0.

Sergio Maffei

Commercialista, Viareggio e Lucca

C’è un ostacolo su tutti che è la scarsa conoscenza, la non conoscenza delle opportunità offerte non solo a livello nazionale, ma anche comunitario. A livello nazionale è banalmente la possibilità di sfruttare i vantaggi fiscali per esempio di Industria 4.0. Purtroppo questi aspetti non sono alla portata delle aziende perché i professionisti ai quali si rivolgono come il commercialista non li conosce.

Maurizio Stefanini

Presidente, A1 Corporate 4.0

La scelta dell’autofinanziamento

Le imprese scelgono quindi di autofinanziare le proprie attività di ricerca e sviluppo o di lavorare su progetti che vengono finanziati da altre società. Il motivo principale è che la burocrazia ha frenato l’interesse verso le misure di finanziamento, ma anche che le imprese sono diffidenti verso queste possibilità e preferiscono cavarsela da sole. Questo di conseguenza implica una minore possibilità di svolgere progetti di ricerca e sviluppo e quindi di innovazione nelle imprese italiane.

Per concludere, promuovere il valore aggiunto della ricerca e dell’innovazione passa anche dalla formazione sugli strumenti finanziari che possono essere il gancio per attrarre le imprese. Questo però è realizzabile solo se queste misure verranno percepite e vissute nella pratica come realmente utili e di semplice attuazione da parte delle imprese italiane.

Le opinioni degli intervistati

Per ottenere questi contributi ci sono delle pratiche, delle burocrazie incredibili, delle rendicontazioni successive che devono essere veramente molto precise perché comunque il riferimento è la Comunità Europea. Di conseguenza le nostre attività sono quasi tutte autofinanziate oppure abbiamo aziende che hanno affidato a noi il compito della ricerca quindi hanno finanziato totalmente o in parte i progetti che sta portando avanti.

Fabio Massimo Sprio

Direttore, Tronchetto Research

Da quando abbiamo lasciato il mondo del pubblico noi siamo riusciti a crescere esponenzialmente, anche questa nella testa degli imprenditori è una cosa importante: devi decidere dove vuoi investire le tue risorse e le tue energie. Quando sei molto dispersivo, fare tutto equivale a non fare niente. Quando tu scegli definisci e parti. Questa cosa ci ha permesso di buttare via la burocrazia, essendo la burocrazia un freno quindi per me è stato un passaggio molto importante, non so se lo posso chiamare innovazione o cambiamento, sia a livello mentale che organizzativo, in quanto tu non hai più una o due risorse dedicate esclusivamente alla burocrazia dell’ente pubblico. Tu riesci a reinvestire quei costi del personale in altra direzione.

Silvia Bertolotti

AD, Epoché Service Integrator

Fino ad oggi, i costi che abbiamo li sosteniamo noi. Un motivo per il quale non abbiamo mai chiesto nulla allo Stato e non abbiamo mai partecipato a nessun tipo di richiesta per il rimborso di una parte dei nostri investimenti in formazione, è perché, gli ostacoli ed i vincoli che a volte mette, sono tantissimi. Quindi dici: “Vabbè, faccio prima a spendere i miei soldi piuttosto che perdere tempo a compilare un miliardo di carte” perchè alla fine, tra il mio costo orario ed il tempo che ci impiego, vado in pari.

Vanessa Vidale

Co-Founder, No-Agency

Siamo una delle aziende italiane le startup italiane che hanno raccolto più finanziamenti negli ultimi anni raccogliendo quasi 2 milioni di € in tre round differenti. Detto ciò, non è stato assolutamente facile: io ricordo il primo anno quando nell’azienda c’eravamo solo io e l’altra founder, Andrea Antinori, che con le nostre forze abbiamo tentato di tirare su questa azienda con i soldi nostri. All’inizio nessuno ci ha dato credito anzi, poi ci davano spesso dei pazzi, cioè questo tipo di servizio non poteva funzionare, non poteva esistere; quindi sicuramente la barriera principale è stata quella dell’accesso al capitale. Questa è stata una barriera, ma dall’altro credo che ci abbia fatto anche bene non avere tanti capitali all’inizio perché ci ha permesso di fare di tutto per cambiare, pivotare, modificare il modello e farlo con le nostre forze quindi senza sperperare denaro.

Francesco Magro

Ceo & Founder, Winelivery

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